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QA turismo cultura & arte-Presentato nel duomo di Lucca il restauro del Volto Santo curato dell’OPD di Firenze

Il Volto Santo, opera d’arte e reliquia conosciuta in tutto il mondo, verrà restaurato dal Settore Scultura Lignea Policroma (diretto da Sandra Rossi) dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, eccellenza italiana nell’ambito della conservazione e restauro dei beni artistici, grazie al sostegno della Fondazione CRL e in accordo con la Soprintendenza ABAP di Lucca. 

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Chi siamo

Un’impresa di restauro

Un’impresa artigiana che esercita l’attività di manutenzione, conservazione e restauro.


manutenzione

É il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti.

conservazione

L’insieme degli interventi idonei a limitare le situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto.

restauro

Interventi diretti sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali1.

Restauro

Gli interventi di restauro di un oggetto o macchinario o opera d’arte costituiscono tutti gli interventi necessari per ripristinare le funzionalità operative ed estetiche del bene su cui si sta lavorando.
Con il restauro recuperiamo un oggetto, un mobile, un dipinto, ripristinandone l’apparenza e la funzione originaria.
Spesso, con il restauro, recuperiamo anche un ricordo.

Manutenzione e Conservazione

Gli interventi di manutenzione ci aiutano a preservare nel tempo l’opera, che sia o meno restaurata;
– accurata e costante spolveratura,
– periodico trattamento protettivo superficiale,
– verifica e controllo di tutte le sue funzionalità,
– controllo del clima ambientale,
ci consentono di mantenerla nel suo stato per un lungo periodo.

Conservare un opera nel suo stato significa evitare di innescare processi che possano portarla al decadimento.
Le condizioni di microclima e di luminosità dell’ambiente circostante possono influire in modo significativo nella conservazione di un’opera.
Il controllo di umidità relativa e temperatura ambientali, a valori ottimali, mantengono stabili le condizioni dell’opera.
Variazioni di temperatura e di umidità nell’aria possono provocare variazioni dimensionali e di consistenza materica nell’opera, oltre ad stimolare o bloccare le possibilità di attacchi o mutazioni biologiche.
Valori elevati di umidità relativa ambientale favoriscono:
– processi di ossidazione nei metalli;
– dilatazione nel legname, lo espongono alla possibilità di attacchi fungini, virali e di insetti xilofagi;
– la crescita di microflora, muffe e funghi, su pietra e legno;
– l’ammorbidimento superficiale di opere o strati gessosi;
– insediamento di microflora e batteri su stoffe e pellami;
ed altri casi di minore rilevanza.


[1] Le definizioni sono prese dal Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, parte II, titolo I, capo III, sezione II, articolo 29.

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Ripresa attività per i restauratori di opere d’arte

Nonostante il nostro codice ateco sia il 90.03.02, il governo chi ritiene parte delle attività che possono riaprire il 04 maggio,

Vedi

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restauro

Cucinella: Notre Dame ispirazione per un nuovo modo di pensare il restauro – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

Il noto architetto Mario Cucinella ha raccontato a Il Giornale del Restauro e del Recupero […]

A pochi giorni dall’incendio che ha colpito Notre Dame le fiamme sono state spente, ma si accende il dibattito sulla ricostruzione della Cattedrale. Diverse  le posizioni e le voci  di alcuni dei protagonisti dell’architettura mondiale. Tra loro quella di Mario Cucinella, che ha raccontato a Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte la sua opinione in merito.

Architetto, per quanto sia ancora presto per parlare di un vero e proprio piano di ricostruzione, possiamo già pensare al tipo di approccio da usare per il restauro di Notre Dame. Nello specifico, secondo lei l’incendio del 15 aprile dovrà essere in qualche modo ‘ricordato’ anche dal punto di vista architettonico, oppure pensa che si debba ricostruire come se non fosse mai accaduto, un po’ come per la Fenice di Venezia?

«Credo che Notre Dame debba essere ricostruita per come era prima dell’incidente. La sua immagine ha un valore simbolico, per la Francia e per il resto del mondo, che va oltre il suo valore puramente artistico e culturale. Per questo non penso che sia il caso di ‘ricordare’  in senso strettamente architettonico quanto avvenuto nei giorni scorsi, ma di ricostruire in maniera fedele. Anzi nella sfortuna può essere l’occasione di riprogettare la copertura con tecniche innovative e magari più leggere senza disboscare le mille e più querce che sono state utilizzate per la copertura ed essere l’opportunità di avvicinare l’innovazione alla tradizione. La ricostruzione della guglia può essere veramente l’occasione per dimostrare che un dialogo tra contemporaneo e la storia sia possibile. Una vera e propria scuola per tutta una generazione di restauratori, oltre che un banco di prova per l’intero sistema del restauro. Un po’ come lo sono stati la Fenice e il Petruzzelli in Italia, per intenderci.» […]

Sorgente: Cucinella: Notre Dame ispirazione per un nuovo modo di pensare il restauro – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

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Restauro e territorio: il territorio emiliano dopo il Sisma del 2012 – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

In occasione delle “Giornate del Restauro e del Patrimonio Culturale”, che si svolgeranno presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara dal 28 al 30 marzo 2019, si terrà, il giorno sabato 30 marzo, il convegno Restauro e territorio: il territorio emiliano dopo il Sisma del 2012.

Sorgente: Restauro e territorio: il territorio emiliano dopo il Sisma del 2012 – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

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Ci siamo quasi ma attenzione | CNA

In seguito alle indicazioni che ci sono pervenute dal MIBAC, comunichiamo che la Commissione ha completato l’esame delle oltre 6.000 domande di qualifica, ed ha predisposto gli atti per l’espletamento delle procedure previste per le diverse tipologie:

  • Dei candidati ritenuti idonei
  • Dei candidati le cui domande sono state ritenute inammissibili ( posizioni archiviate)
  • Dei candidati per i quali è stata valutata la necessità di comunicare preavvisi di rigetto.

 

Conseguentemente a ciò il MIBAC ha proceduto all’adeguamento della piattaforma informatica, per consentire ai restauratori di verificare l’esito della proprio domanda, attraverso le credenziali utilizzate in fase di presentazione, anche a tutela della privacy del restauratore.

 

Il caricamento dei dati, sulla piattaforma informatica da parte del MIBAC, relativamente a:

  • i candidati le cui domande sono state ritenute inammissibili ( posizioni archiviate)
  • i candidati per i quali è stata valutata la necessità di comunicare preavvisi di rigetto

 

dovrebbe completarsi nei primi giorni di questo mese di ottobre. Per cui invitiamo i restauratori ad accedere da subito ( anche per verificare se la piattaforma è attiva) con le proprie credenziali nella piattaforma informatica, o di farlo presso le sedi CNA che si sono adoperate per la presentazione delle domande di qualifica e, di verificare la propria posizione.

 

I restauratori che rientrano nelle due fattispecie sopra indicate avranno tempo 20 GIORNI, come previsto dalle Linee Guida, per la presentazione di eventuali osservazioni e/o controdeduzioni.

 

Decorsi i 20 giorni, ed una volta esaminati i riscontri pervenuti, il MIBAC sarà in grado di procedere alla pubblicazione degli esiti, cioè alla pubblicazione dell’elenco degli idonei all’esercizio della professione.

 

Invitiamo i restauratori a rivolgersi alla sede CNA a loro più vicina per avere ulteriori informazioni.

Sorgente: Ci siamo quasi ma attenzione | CNA

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restauro Varie

Affreschi: distacco, e loro restauro.

Negli anni ’60, ’70, era abitudine staccare gli affreschi da muri che si stavano deteriorando in palazzi che non avevano condizioni di conservazione ottimali.

Era prassi per restaurarli e riposizionarli una volta ristabilite condizioni ambientali adatte alla loro conservazione.

Conoscenze e metodologie di restauro non erano al livello attuale, e le Soprintendenze finanziavano il distacco per restaurare e conservare.

soffitto decorato
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Purtroppo il meccanismo ha funzionato soltanto in parte, e molti degli affreschi staccati sono ancora alloggiati in magazzini o presso i laboratori che li hanno avuti in consegna per l’esecuzione degli interventi. ancona ligne, restauro di affreschi.

In qualche caso non è neppur stato pagato l’intervento.
Per informazioni: vedi.

Distacco, restauro e ricollocazione di affreschi.

Il distacco di un affresco o di una decorazione murale1 e la sua conservazione, non sono interventi complessi o impegnativi.

Dopo aver applicato sulla superficie pittorica uno strato di isolante, la si velina con carta giapponese e resine acriliche, ottenendo uno strato spesso e resistente.

Quando le resine si sono asciugate, si procede, con bisturi o raschietti a staccare lo strato superficiale dal suo supporto; una volta che lo si è incollato su un supporto mobile e leggero (anche una tela), possiamo rimuovere il film di resina e carta che avevamo applicato sul fronte, ed iniziare con il restauro.

Terminate queste operazioni si procede all’inverso: si riapplica il supporto frontale, si rimuove il supporto provvisorio e si reincolla il film dipinto alla superficie che lo ospitava, che, nel frattempo, è stata consolidata e ne sono state rimosse le cause di possibile degrado.

Attualmente si preferisce intervenire senza rimozione, agendo sul supporto e consolidandolo, abbiamo diverse formulazioni di nanosilici che danno ottimi risultati di ripristino della solidità degli intonaci; ciò ci consente di operare direttamente sul supporto senza interagire con la decorazione.

 


1 – con affresco si intende la decorazione a fresco, cioè applicata sull’intonaco di calce fresca; la carbonatazione favorirà il fissaggio del colore sulla pellicola superficiale del muro. La decorazione a secco, è applicata sulla parete ad asciugatura completa, quindi resterà una pellicola superficiale non incorporata nell’intonaco.